SPRECHI ALIMENTARI: Adoc, ogni famiglia spreca il 7% della propria spesa, in media 480 euro l’anno, ma rispetto a 5 anni fa calo del 6%. Necessaria azione di educazione alimentare
In occasione della prima giornata nazionale contro gli sprechi alimentari l’Adoc pubblica un’indagine sugli sprechi realizzati dalle famiglie. Secondo le stime dell’Associazione ogni famiglia, in media, spreca il 7% della propria spesa alimentare, pari a circa 480 euro l’anno. A pagare dazio sono soprattutto i prodotti freschi (36%) e il pane (18%).
Per Adoc è fondamentale ridurre gli sprechi, puntando in primis sull’educazione alimentare “In questo momento di crisi è assurdo pensare che il 7% di quanto si spende per la spesa alimentare vada sprecato, è necessario investire sull’educazione alimentare – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – a fine anno il conto di quanto si è sprecato ammonta a poco meno di 480 euro, quasi l’equivalente di un mese di spesa, considerando che una famiglia composta da due adulti e un bambino spende in media 570 euro al mese per il proprio fabbisogno alimentare.
Il 36% dei prodotti che si buttano sono quelli freschi, come latte, uova e carne, tra i prodotti più sprecati troviamo il pane (18%) frutta e verdura (16%) e prodotti in busta. Il motivo principale per cui si spreca è l’eccesso di acquisto generico o per eccesso di acquisto per offerte speciali.
Va però detto che la percentuale di sprechi è andata diminuendo nel tempo, basti pensare che 5 anni fa veniva gettato nel cassonetto il 13% circa della spesa. Uno dei tanti mutamenti delle abitudini d’acquisto da parte delle famiglie, sempre più orientate nel coniugare risparmio, tradizione e qualità. L’Adoc ha registrato un incremento dell’acquisto di prodotti a Km Zero pari al 17%, sia per un discorso legato alla territorialità e alla qualità che per ragioni di sostenibilità ambientale. Ad oggi gli acquisti a Km Zero costituiscono il 9% della spesa annuale delle famiglie. Di pari passo sono cresciuti gli acquisti di prodotti equo-solidali (in crescita del 12%) e Made in Italy (+32%), ossia tutti i prodotti DOP e IGP. Ad oggi il 4,5% della spesa viene destinato ai primi mentre per i secondi le famiglie destinano il 26,9% dell’intera spesa annua.
Un fenomeno rilevante, cresciuto enormemente nel corso degli anni sono i GAS (Gruppi d’Acquisto Solidale). Negli ultimi anni sono aumentate del 20% le famiglie che, almeno una volta, hanno partecipato a tali gruppi d’acquisto, destinando in media il 5,6% della spesa alimentare. Segni di un’Italia che cambia, di consumatori e famiglie che “investono” maggiormente sulla qualità dei prodotti, che cercano nuove e più vantaggiose forme di risparmio e che non guardano più solo al prezzo ma anche alla “storia” dietro il prodotto, privilegiando aspetti quali la sostenibilità del prodotto o dell’azienda produttrice.
Gli italiani non cambiano abitudini solo a tavola, ma anche al momento dell’acquisto. Rispetto al 2001 la percentuale di famiglie che sceglie di fare la spesa presso i discount è aumentata del 40%, a discapito dei super e ipermercati, mentre nell’ultimo biennio stiamo assistendo ad una ripresa dei mercati agroalimentari, in crescita del 12.”
L’Adoc, al fine di favorire la riduzione degli sprechi e la promozione di una corretta alimentazione, pubblica un utile vademecum di consigli e due calendari della stagionalità di frutta e verdura. Consumare frutta e verdura di stagione ha conseguenze benefiche non solo per la nostra salute, ma anche dal punto di vista economico e dell’incentivazione delle risorse del territorio. I prodotti di stagione sono più sani, perché senza conservanti e senza trattamenti eccessivi e valorizzano il territorio d’origine, perché più prossimi al venditore e all’acquirente.
fonte: www.adocnazionale.it